martedì 24 gennaio 2012

Micheal mon beaux

Premettendo che non è un blog politico sento il bisogno di esprimermi sulla perla che Micheal Martone ci ha regalato: Se a 28 anni non sei laureato sei uno sfigato.
Penso abbia ragione. Ovviamente, però il messaggio vero è stato sommerso dalla cagnara che il popolino italico fa su qualsiasi critica alla sua bella gioventù. Premettendo che come rappresentante politico poteva scegliere meglio le parole da usare, specificando a chi fosse rivolta l'accusa, il discorso di fondo è vero. Tralasciando i casi delle persone che in contemporanea allo studio devono mandare avanti la baracca o hanno impedimenti seri, beh, io sto con Martone. Ne vedo tanta di gente in facoltà che sta parcheggiata lì fino ai 30. Qui a Roma ne ho visti abbastanza. Ma giù a casa è anche peggio. Rimanere da mammà con calma, con la scusa che "un lavoro non me lo posso trovare, altrimenti poi come faccio con lo studio?". Come fanno tutti gli altri studenti universitari regolari, pezzo di fesso, che fanno i salti mortali per far quadrare tutto. Mi si dirà che sono anche che sono manichea, ognuno ha diversi tempi di studio, magari ci si mette un po' di più...si, ma un po' di più io lo calcolo come un anno, massimo due. Ho visto genitori giustificare il ritardo dei figli nei tempi di studio con scuse che suonano più o meno così: "Il mio non ce la fa con tutti questi esami, è un carico davvero esagerato, poi figurati i professori sono terribili, vogliono solo bocciare". Sarà anche vero che una buona percentuale di stronzi ci sta dietro alle cattedre universitarie, ma al massimo promuovono con voti bassi, per la bocciatura all'esame devi esserti dimostrato effettivamente una capra.
Mi fa rabbia tutta questa onda di contestazioni che si sono levate. Il distingua, anche se a posteriori dalla dichiarazione è stato fatto. Eppure qui in Italia si continua a difendere quella fascia di incompetenti, nullafacenti che pesa sulle spalle di tutti.
Sarà che sono stata educata a mettere "la capa sotto", come dice mia nonna e a lavorare. Sarà che so che la mia permanenza di universitaria fuori sede è legata a doppio filo alla mia borsa di studio. Sarà che se vengo bocciata ad un esame la prima cosa alla quale penso non è alla bastardaggine del professore, ma a dove posso aver sbagliato nello studio. Sarà. 
Ma a me i linciaggi mediatici hanno già rotto.

1 commento:

  1. D'accordo su tutta la linea... non avrei saputo esprimermi meglio! ;)

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