venerdì 17 febbraio 2012

Di fatine della casa ed altre facezie

Ieri ho fatto un dolce per il Rufo. Ogni tanto la fatina della casa che è in me si sveglia e prepotentemente decide che devo essere l'angelo del focolare anni 50, quella classica da manifesto pubblicitario americano. La scelta del dolce non ha richiesto particolari ragionamenti: doppio pan di spagna al cioccolato farcito con crema al cioccolato. Una robina che ti fa salire il conto delle calorie alle stelle. Non mi è uscito neanche male. Se non fosse che per fare la crema ho quasi fuso il fondo del pentolino. Pentolino che ora è in rianimazione e bolle con acqua ed aceto. La Mutti mi ha già fatto presente che se il paziente non migliora sta a me ricomprarlo. Ouch.  Del resto non sono nuova a disastri di questo genere. L'anno scorso mentre preparavo la pasta al forno (sempre la fatina della casa ch'entro mi cinguetta) ho quasi dato fuoco alla casa. La cosa esilarante è che nonna P non si è accorta di nulla mentre le fiamme si alzavano dal piano cottura, bruciando una tovaglia, a perenne memoria di quella mattina scellerata. 
Non essendo io un tipino casalingo, o pratico, ogni mia impresa culinaria è da nonna p considerata come eroica ed essenziale, convinta che non appena il Rufo si accorgerà che non so cucinare, mi lascerà impietosamente, come alla "svergognata". Santa nonna p. 
Per quanto riguarda le faccende domestiche in generale, beh, oserei dire che stiamo messi peggio. Sono assolutamente inetta e sbadata. A ciò non ha contribuito il fatto di aver sempre avuto la signora delle pulizie ed ai tempi, la nonna. Per quanto riguarda la signora delle pulizie abbiamo sperimentato i vari tipi: quando ero molto piccola veniva una signora più anziana di nonna. E finiva sempre che la nonna lavorava più di lei. Ci ha mollato quando ci siamo trasferiti in una casa più grande. La seconda era energica (anche troppo), impicciona  e non voleva farsi mettere in regola, altrimenti avrebbe perso la pensione del marito. Ci mollò da un giorno all'altro. E poi, circonfusa di alone divino, è arrivata Maria Midori. In regola e palleggiata tra tutto il nostro clan. Si perché il lunedì, martedì e sabato viene da noi, il mercoledì e venerdì da mia zia ed il giovedì dai nonni. Si chiama come me, Midori e questo causò parecchi problemi nelle conversazioni dei nonni, fino ad arrivare alla salomonica decisione di chiamarla con il nome completo, Maria Midori, appunto. Decisione che a me pare quella presa dalle datrici di lavoro vittoriane, del tipo :"Ti chiami Eleonor mia cara? Ma non è un nome adatto ad una cameriera! Ti chiamerò Mary, d'ora in poi". Ma comunque.
Maria Midori è più di una signora delle pulizie. Oltre a discutibili abilità, quale il generare campi elettromagnetici che fanno smettere di funzionare qualsiasi attrezzo elettrico al suo passaggio o staccare cavi o invertire meticolosamente l'ordine degli scaffali quando spolvera, Maria Midori si prende cura di scarrozzare nonni e nonna p, di cucinare se necessario, di consolare, redarguire e portare giustizia, di assumersi insomma tutti quei compiti che in un clan con età media  46 anni saranno utilissimi. in sintesi si prepara a fare il salto di qualità da signora delle pulizie (nome con il quale nessuno la chiama. Lei è Maria Midori che ci da un aiuto) a badante ufficiale del clan.
No wonder che io sia inetta, anche se da quando studio fuori sono migliorata, ed anche tanto.
God bless Maria Midori. E le torte al cioccolato.
Sperando che la mia fatina della casa interiore abbia ricevuto abbastanza sfogo dopo ieri
                                                            Midori

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