mercoledì 8 febbraio 2012

Psicologia spicciola

Interrogando Amando che ha l'esame di psicologia domani:
- Parlami dell'affettività nel bambino
- Allora, la letteratura classica individua tre categorie di rapporti madre- figlio principali (perché la figura di riferimento del bambino nei primi anni di vita è la madre):
1) La madre è sempre presente nella vita del bambino, che si sente considerato e amato. Il bambino cresce sicuro di sé, socievole, estroverso, è un bambino sereno che sa ambientarsi e non sviluppa manie di nessun tipo. Insomma, è un bambino sano.
2) La madre a volte è assente nella vita del bambino, e si perde alcuni eventi per lui cruciali. Il bambino si sente sotto pressione perché percepisce nell'aria la clausula "se sbagli, ti abbandono". Il bambino risulta insicuro di sé e dei suoi rapporti con gli altri, ma comunque non svilupperà forme gravi di sociopatia, sebbene tenderà a ricercare una figura che rimpiazzi in qualche modo la genitrice (omessa, come direbbe il buon Maccio), sarà più predisposto alle dipendenze in genere
3) La madre è assente. Il bambino cresce senza una figura di riferimento, non amato, è insicuro, molto introverso, tenderà a sviluppare manie ossessivo-compulsivo-depressive, rischia molto più delle altre categorie di diventare un soggetto problematico sotto tutti i punti di vista, cresce male. Il lato positivo della cosa è che non avendo mai avuto una madre non tenderà a cercare un qualcuno che la sostituisca

- Amando, rispondi a questo: mia madre è sempre stata presente in ogni fase della mia vita, non mi ha mai fatto mancare niente, mi ha amato tantissimo, anzi, tutti mi hanno sempre amato tantissimo, sono stata una bambina "troppo" amata: infazia perfetta, famiglia unita, desideri soddisfatti, tanto affetto.
Mi spieghi allora come ho fatto ha diventare una stronza di proporzioni bibliche?

- Non rientra nel mio esame cara, ma se mi permetti di studiarti, forse un giorno te lo dirò

- Ecco, è quel forse che mi spaventa -.-

Alex V

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