venerdì 23 marzo 2012

Viaggio: sardine italiane in scatoletta lituana & siberiani gentili

A Vilnius AlexV ha dato il meglio di se come tour leader nazista. . Nessuno si meravigli se non appena ci ha concesso un minuto libero i più sono scappati a dormire in camera. Ma lei è Nazi sempre e comunque, quindi oziare non era concesso. Il compromesso più valido è stato andare in sauna. Ci avventuriamo così io, lei e Dude. Piccolo problema: la sauna era minuscola. E vabbè, dai, si può sopportare. Altro piccolo problema: altro gruppo di vacanzieri. Saranno stati in sei. Quindi immaginate una sauna pensata per poche persone con 9 persone dentro. Altri avrebbero desistito, sarebbero tornati più tardi, ma noi avevamo dalla nostra la faccia tosta ed il fatto di essere scortate da Dude.Si, perché gli altri sei occupanti della sauna erano tutti maschi. Italiani tra l'altro (della seria: ci sono più italiani all'estero che in Italia, ormai). Pelle contro pelle in questa sauna minuscola c'era dell'evidente disagio. Si fanno comunque le presentazioni, si scopre di essere vicini di regione (della serie wè paisà) e, proprio mentre siamo per iniziare a rilassarci ed a dimenticare di essere chiuse in una scatoletta con sei tizi semisconosciuti e Dude come nostro unico paladino, ecco che avviane il dramma. Uno dei paisà ci guarda, sorride nella sua interpretazione di seduttore  e proclama le ferali parole:
- Dai ragazze, non è come essere in un sogno erotico?
Tempo di reazione più breve della storia. Io ed AlexV siamo scappate via, lasciando Dude nelle mani nei tipi.

Non con tutti gli altri incontri siamo state così sfortunate, anzi. La prima sera ci siamo trovati a vagare nel nulla, completamente persi (si, è possibile perdersi a Vilnius, che grande non è). Bastano un paio di svolte sbagliate e non ci sono più locali, non c'è più vita. Abbiamo scoperto solo il giorno dopo di essere finite nel vecchio ghetto ebraico, praticamente a due passi dal centro. Ovvero, perdersi in un bicchiere d'acqua. Mentre stavamo lì ad arrovellarci su come fare, la salvezza si è presentata davanti a noi. Alto, carino da mangiare, gli chiediamo indicazioni e se conosce un posto carino dove portarci.
Si chiama Dimitri, è russo (anzi, siberiano), lavora a Vilnius in un albergo. 
C'è un posto molto carino,se volete vi accompagno. E noi certo, ci accodiamo. Sulla strada gli chiediamo se si fermerà con noi, in modo da offrirgli un giro per sdebitaci.
-No! You are guests in here, I should offer to all of you! (No, voi siete gli ospiti qui, io dovrei offrire a tutti voi).
Avevamo gli occhi lucidi dalla commozione a momenti.
Siamo arrivati al locale, che non era proprio in centrissimo, dove nessuno parlava inglese, la Cattokamikaze non c'era a fare da interprete (maledizione). Dimitri si è offerto di ordinare per noi, spiegare ai camerieri che dovevano chiamarci dei taxi quando avessimo finito. E poi dopo una birrette se ne è andato "perchè io lavoro ragazzi, mica sono in vacanza come voi".
Onore e gloria a Dimitri, che poverino s'è anche dovuto sopportare tutto il caos dellle ordinazioni, in cui tutti parlano sovrapponendosi.
-Italians, don't be noisy!
Si, che bello viaggiare.
                                                                                                 Midori

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