giovedì 26 aprile 2012

Atac demm***a, ma neanche troppo, in fondo (molto in fondo)

Qui a Roma la grande scoperta sono stati i mezzi pubblici, che nella mia città di provenienza sono un'utopia. 
Ovviamente i sono vari personaggi ed umanità varia che si incontra, altrimenti non sarebbe divertente.
Proverbiale è però la finezza dell'impiegato medio dell'Atac. 
Mi è capitato di sentire l'anno scorso a maggio, per esempio, su un autobus non affollato, di più, il conducente che, tranquillo, come se fosse normalissimo, alza il braccio, si annusa l'ascella ed esclama, perso nel suo monologo: "Ahò, li mortacci che caldo che ffà!C'ho tutta l'ascella pezzata!". Bonjour finesse. 
Non è che chi usufruisce del mezzo pubblico di solito sia meglio. Proprio qui ho visto perpetrarsi le peggiori cattiverie, dalla vecchietta che per farti spostare ti dà dei "colpetti" sul malleolo con il bastone (e vi dico una cosa: fa male. Molto male, un'azione da cartellino rosso), a razzismo puro.
Si, perché c'è un'etica per il sedersi e prendere posto sui mezzi. Possibilmente ci si siede accanto ad italiani o gente di razza caucasica, per lo meno. Se proprio bisogna sedersi vicino a degli immigrati (immaginate una signora dall'aspetto cavallino con il nasino all'insù che lo arriccia), i filippini si, che sono tanto gentili e servizievoli. Se proprio non ce ne sono, vanno bene gli indiani (anche se puzzano, arricciata di naso della signora), e poi gli uomini di colore, ma se sono donne meglio, che quelli pensano solo a violentarci tutte (sguardo colmo di sdegno ed orrore). I Rom e Rumeni mai, piuttosto si rimane in piedi. E se anche sale una madre con due bambini al collo se è Rom non la si fa sedere (sguardo altezzoso e soddisfatto).
Quindi, ricapitolando, nell'ordine: caucasici,  filippini (tra i quali rientrano anche i cinesi), indiani, africani. Rom e Rumeni fuori casta.
Sui mezzi io do scandalo, perché mi alzo per far sedere una madre o una donna incinta, e chissene di che razza o religione o gruppo etnico o squadra di calcio è. A volte mi sono beccata anche dei rimproveri per questo, della serie "A regazzì, ma che la fai sedè a ffare che quelli rubano tutti?". Io continuo imperterrita. Se in autobus poi l'unico posto libero è accanto ad un immigrato, io mi siedo. 
La cosa brutta è che spesso pure gli autisti ti guardano male. E allora che ci voglio fare, diventerò una fuori casta anche io. Tanto già con gli autisti non ho un buon rapporto.
Tutti avranno conosciuto l'autista che ti fa partire l'autobus sotto al naso nonostante ti abbia visto correre a perdifiato. E poi se volete parliamo degli scioperi strategici a ridosso dei ponti, perché il troppo lavoro ammazza poi, è risaputo.
Ovvio che non bisogna generalizzare. 
Sull'autobus puoi trovare la signora che si mette a rimproverare il burino che ha offeso chiunque.
Ci può essere la persona effettivamente inquietante, a prescindere dal colore della pelle. Non è che siamo tutti buoni o cattivi.
Come l'autista di oggi.
Io che mi accorgo da tipo mille miglia che l'autobus è alla fermata, capolinea, ma mi impanico e comincio una corsa ad una velocità che Bolt a confronto è un pivellino. Corro, mi infilo nell'autobus e mi accascio contro il maniglione.
L'autista: "A pischè, c'hai fatto il fugone ppè nnulla cchè se parte tra sei minuti".
Io, raccattando il polmone che nel frattempo avevo sputato lo ringrazio, non so bene di cosa e mi vado ad accasciare un poco più in là.
Per poi alzarmi, cedendo il posto ad una signora incinta. Di che forma avesse gli occhi, o di che sfumatura fosse la sua pelle non ve lo dico. Tanto non è importante.

                                                                                              Midori

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