venerdì 27 aprile 2012

Epistolae ad...

Da quando ho finito il liceo mi tengo in contatti più o meno regolari con la mia prof di filosofia, l'unica professoressa del liceo che mi abbia veramente insegnato qualcosa, e non solo delle materie che insegnava. 
Allora, questa arzilla professoressa del '45 che ancora insegna e non se ne va (e meno male, perché è l'unica persona degna di quel liceo di matti che è il mio liceo) adesso si sta aggiornando con l'inglese, come richiesto dal ministero dell'istruzione. Non contenta, l'ultima volta che l'ho vista stava armeggiando con il suo primo personal computer, visto che ha deciso di aggiornarsi e diventare tecnologica.
Comunque, visto che ha un computer tutto suo e una linea internet invidiabile, mi ha dato la sua mail.
Ora, da una professoressa del '45 uno si aspetterebbe una mail classica del tipo nomecognome@etcetc.
E invece no!
- No, perché sai, io non mi fido molto anche a mettere il mio nome, allora è un po' particolare
- Dica che la segno
- Sì: absinthe750@etcetc
Faccia perplessa.
- Ora, lo so cosa pensi: guarda che non è che la tua prof si è rincoglionita, 730 non sono i bicchieri di assenzio che mi sono bevuta nella mia vita: absinthe è il nome della barca che aveva il mio babbo, e 750 perché era un 7 metri e mezzo. Capito?


Al di là della mail, abbiamo iniziato una proficua conversazione epistolare. La sua prima mail di risposta iniziava con:
"Cara alex, stavo per chiudere il Mac quando ho visto che mi avevi scritto..."
Sì.
Il primo computer della mia prof è un MacBookPro.
ma come si fa a non voler bene a una donna così, che due righe sotto ti scrive
"Scrivimi che mi fa piacere, e spero che tu abbia passato un buon 25 aprile!"


Alex V

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