Intolleranza

Io sono una persona esuberante. E anche egocentrica. Con un pizzico di narcisismo. Soprattutto quando vado a una festa.
Se vado a festa, non mi piace passare inosservata. Non mi piace fare da tappezzeria. 
Mi piace mettermi cose colorate, vivaci, particolari. 
Mi piace essere guardata, e mi piace essere guardata perché ho qualcosa che mi distingue.
Se tutte sono vestiti di nero, io mi vesto di rosso. 
Se tutte giocano a chi ha il vestito più corto, io metto un abito lungo. 
Se tutte giocano a chi ha più balze, io scelgo lo stile impero.
Può anche darsi che rinunci ai tacchi alti per un paio di sandali rasoterra, o almeno non osi un tacco 15 a favore di un più modico 5. 


Questa volta il problema era un abito lungo, stile impero, senza spalline. Avevo uno scialle leggero bianco sulle spalle, che poi è andato a farsi benedire in borsa dopo il pranzo di nozze, perché faceva caldo. Il problema era che no, non va bene, io non posso vestirmi così, sono mezza nuda, e che quell'abito non lo devo mettere più. Quello, e un'altra dozzina tra magliette e vestiti. Non vanno bene perché dò troppo nell'occhio.


Io non capisco perché se una ragazza si fidanza poi si deve per forza abbruttire. Magari abbruttire è un po' forte come termine, ma rende bene l'idea, e il disagio. Perché una si deve chiedere in continuazione se quei tacchi non saranno troppo alti, quelle gonne troppo corte, quel vestito troppo scollato, quei pantaloni troppo fascianti? Già ci sono i limiti imposti dalla decenza, e dallo star bene con se stessi: perché ci devo aggiungere anche i tuoi?


Sono alta, magra, giovane. Io mi metto quello che voglio, quando voglio, perché voglio. Perché se MioPadre a 15 anni mi apostrofava con "dove vai con quella gonna? E' troppo corta e ti stanno meglio i pantaloni lunghi larghi? ", io il sabato dopo uscivo con una gonna possibilmente ancora più corta. Non tollero che tu mi dica come mi debbo vestire per uscire, per un matrimonio, per fare la spesa o altro. Non lo tollero. Non lo tollero perché ti avevo anche chiesto di vedere il vestito, di cui ero e sono ancora orgogliosa. Ma tu non l'hai voluto vedere.
Perché ti fidavi, hai detto. Ma ti fidavi di che? Io volevo farmi vedere con quel vestito perché è bello, e perché mi fa sentire bella.


Soprattutto non tollero che mi si dica che ero vergognosa,e che ero vergognosa perché, guardati intorno, nessuna era vestita come te. Che poi per forza se sono vestita così i vecchi ci provano*.
No, non lo tollero. 


Non tollero nemmeno che tu mi dica: "Se te l'avessi visto prima, te l'avrei fatto togliere".
Non lo tollero. 
E sappi se tu me l'avessi detto, io non l'avrei tolto comunque. 
Il vestito è mio, la faccia mia, la libertà di vestirmi come mi pare anche. 
Soprattutto, la libertà è mia. E io non tollero di essere mortificata oltre, dopo il veto di farmi le foto con i miei amici maschi. Se volevi come ragazza un rospo che nessuno si fila anche se è in veste adamitica, ti prendevi un rospo. Non puoi pretendere che io mi trasformi in un essere asessuato agli occhi del mondo solo perché sto con te. Che, per inciso, non ti presenti neanche alle feste di quelli che, l'hai detto tu, son miei amici, non tuoi.
Io queste cose non le tollero. E se non ti sta bene, fattene una ragione.
No, io non tollero di dover sorbirmi il tuo disprezzo la sera dopo una giornata di festa.
Davvero, non lo tollero.


Alex V


*: che poi, voglio dire, guardami in faccia, parliamo di un abito lungo, lungo fino ai piedi, che di scoperto mi lasciava le spalle e il collo fino alle clavicole se vogliamo essere precisi, quando c'era gente che aveva abitini traforati inguinali e con scollature profondissime. Ma io mi sorprendo di come a volte perdo tempo a discutere con bigotti maschilisti conservatori decerebrati. Ma soprattutto, mi sorprendo che questa imbecillità provenga tutta da un uomo solo, e, per la precisione, il MioUomo.