giovedì 28 giugno 2012

Istantanee di jogging

Da stamattina è entrato in vigore il programma della Generalessa pensato appositamente per me. Sveglia alle sei meno venti del mattino e si va a correre in villa.
Quale persona sana di mente accetterebbe mai di farsi svegliare all'alba, d'estate, libera dagli esami? Io no di certo. Ma se avessi provato a fermare Mutti, si sarebbe ripetuta la scena di Piazza Tien An Men del 90. Io davanti ad un carrarmato. Ed evoglia ad evocare i diritti umani.
"Mens sana in corpore sano", ha trillato stamattina, dopo che aveva mandato Baba a stanarmi dal letto. I miei emisferi hanno ringraziato. Anche quelli di nonna P, a quanto pare. Sentito il trambusto si è alzata, ci ha dato un'occhiata spezzante. Baba vedendomi sconvolta, ha provato a consolarmi: "Dai, quando torni ti fai la doccia e ti rimetti a letto". Illuminata da questo faro di speranza vado a vestirmi in camera. La PARANONNAL acticvity ha già colpito. Il mio letto è scoperto fino al nudo materasso, "p' pighgjà jaar" (prendere aria). Dopo aver compiuto questo atto di terrorismo psicologico, se n'è tornata a dormire, lei.

Quella dell'andare a correre in villa è una moda che nella nostra amena cittadina hanno lanciato i miei. Non che i miei siano dei trend setter, ma nella mentalità di provincia c'è un modo di pensare tutto particolare. Non appena una persona "perbene" fa qualcosa di nuovo gli altri la seguono a ruota. I miei sono considerati gente particolarmente perbene. E di qui... Il dottore manda le figlie di cinque anni e mezzo e sette anni a scuola d'inglese? Non possiamo essere da meno e ci mandiamo anche le nostre figlie che hanno la stessa età! La preside porta le figlie in piscina? Dobbiamo farlo anche noi! I coniugi Pa vanno a fare jogging in villa? Jogging in villa? No, aspetta, loro in villa CAMMINANO, camminano velocemente, perchè il dottor Pa ci ha proprio spiegato l'altra sera: "Camminando si ha più resistenza e si bruciano più grassi, tra l'altro la pavimentazione della villa non è adatta alla corsa: si rischia di rimettersi le ginocchia".
Per molto tempo i miei sono stati i soli ad andare a camminare. Si portavano anche Lucia, che voleva essere la figlia sprint. Qualche volta andavo pure io. Il tempo di arrivare alle giostre e mi installavo sull'altalena, a pensare ai fatti miei (grande atleta che ero, fin dall'infanzia).
Adesso i tempi sono cambiati ed in villa ci si trova tutta la gente "perbene", che un po' corricchia, un po' cammina e TAANTO si ferma a parlare e spettegolare.
Non vi dico che gioia, quando si è una persona che è fuggita da tutto questo.

Stamattina in effetti non ero proprio la rappresentazione della bella e spumeggiante gioventù. Vestita di nero, occhiali da sole impenetrabili, cuffie ed un muso lungo da qua a Roma. Sprizzavo evidente felicità da tutti i pori. Mentre io mi concentravo sul mio mondo interiore, i miei camminavano, tutti contenti che io fossi con loro.

Baba in queste occasioni si diverte a giovare  a Bob l'allegra guardia forestale. Zompetta allegro allegro da un'aiuola all'altra, controllando lo stato delle piante, leggendo e commentando tutti gli avvisi di potatura, disinfestazione ed altro. Si dedica anche a fare l'ornitologo.
-Guarda Midori, una ghiandaia!
-Quale?
-Quella specie di piccione beige.
-Rimane un piccione colorato.
-Ma dai.
-Lo sai che mi fanno schifo tutti.
-Anche le colombe?
-Le colombe sono piccioni next level.

Mutti trotterella tutta contenta, dilettandosi a salutare gente in giro come il papa dalla papa mobile. Ogni tanto la ferma una qualche sua amica e lei si prodiga nel ruolo che le è più congeniale: Cornelia la madre delle (G)racchie. Io e Lucia siamo i suoi gioielli ed andiamo esposte e rimirate. Le amiche di Mutti non sono da meno, e poi scon la bocca atteggiata a culo di piccione per esprimere dispiacere, esclamano: "Ma come fai, con tutte e due le figlie fuori!". Perchè loro la prole non l'hanno voluta mandare lontano. Tra l'altro non è che la loro prole proprio schiumasse all'idea di andare a fare la vita da fuorisede.
In genere i ragazzi e le ragazze (ma sopratutto le ragazze) in questione, declamano per tutta l'adolescenza il bisogno di andarsene in una qualche grande città, di vivere la vita come i ragazzi di Gossip Girl, a  New York, Londra, Parigi, a Milano! Poi sotto la botta si rendono conto che una vita alla Gossip Girl non esiste. Ed allora nicchiano, abbozzano e si iscrivono a Bari, passando il decennio tra i venti ed i trenta sempre con le stesse persone, nelle stesse discoteche, a farsi lavare i vestiti da mammina e continuando a lamentarsi di non essersene andati a studiare fuori. Fino a quando non incontrano una persona "perbene" (e di solito ci hanno fatto almeno un grado di scuola insieme e/o è stato/a con un loro amico), non si sposano e continuano il circolo vizioso.

In tutto ciò stamattina io trottavo, adombrata da questi cupi pensieri. Ed ecco che davanti a me si prospetta la più tenera tra le creature esistenti al mondo: un cuccioletto di cagnolo. Piccolo, una palletta di pelo che mi trotterella incontro.

Istantaneamente mi accuccio a giocarci come se fosse il mio ultimo giorno sulla terra. Nella testolina del cane, a quel punto si realizza l'equazione: andare incontro a persone che corrono=coccole, e riprova il trucco con Mutti. Piccolo particolare: Mutti ha paura dei cani.
Negli annali della famiglia è trascritto il giorno in cui, in campagna, la cagnolona di mia Cuginona aveva figliato, generando sei adorabili palline di pelo. Mutti scese dalla macchina, vide queste pallottole di pelo che le venivano incontro, salì in piedi su una panchina e si rifiutò di scendere fino a quando qualcuno non li portò via.
Oggi più o meno stessa scena.
Ho riso, tanto.
Mutti di meno. 

Ha pagato il giusto fio per avermi trascinato in villa a corretre-anzi-camminare.
E domani tutto di nuovo.

                                                                       Midori

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