sabato 2 giugno 2012

Res Publica

A me la parata del 2 giugno piace. Mi piace l'esercito, mi piacciono tutti i corpi militari. E mi è sempre piaciuta la festa della Repubblica, come ricorrenza, per il significato che ha, almeno secondo me.
Al pari del 25 aprile, il 2 giugno ricorda al popolo italiano chi è. Preciso: il 2 giugno dovrebbe avvicinare lo Stato al cittadino, la parata stessa dei corpi militari e paramilitari è lo show concreto dello Stato con la S maiuscola, uno Stato fatto di cittadini,che protegge i suoi cittadini.
Penso che i festeggiamenti del due giugno, se supportati da questo spirito di fondo, abbiano un grande valore. 


Quest'anno lo "spirito del 2 giugno", lo spirito del tricolore, sinceramente, non si sentiva. Sono andata in centro con i miei, a visitare la basilica di San Clemente, ma la parata non l'ho vista. Non ho nemmeno guardato la TV. Dev'essere stata una tristezza, sottotono, non c'era neanche così tanto casino. Quest'anno son stata dalla parte di quelli che dicono NO alla parata del 2 giugno. Ci sono tutti gli anni, ma quest'anno era obiettivamente dura dargli torto.
Viviamo in un paese piegato, dagli altri e da noi stessi. Da buona ottimista, penso che a tutto ci sia rimedio, e che per quanto la crisi ci sia (e si senta), ancora non siamo per terra. Siamo in ginocchio, ma viviamo, non "tiriamo a campare".
Da un lato i festeggiamenti del 2 giugno avrebbero potuto essere interpretati come la volontà di rialzarsi: richiamiamo il popolo e lo Stato italiano ai loro doveri, e insieme, sotto l'insegna del tricolore, rialziamoci!
Quanto patriottismo nelle mie parole. 
Ma non so sinceramente se fosse questo lo spirito che avevano in mente quando hanno deciso di organizzarla, la parata di quest'anno.
Senza contare il terremoto in Emilia, con tutti i problemi si è portato dietro.


La parata si è svolta da tradizione, e per me almeno è stata insignificate. Totalmente priva di significato. E, ripeto, a me la parata del 2 giugno m'è sempre piaciuta. Oggi era un giorno come un altro, forse un po' più triste perché si è palesato inequivocabilmente quello che tutti sanno, molti dicono ma a cui ancora qualcuno, forse solo io, non dico non vuole credere, ma vorrebbe quantomeno ignorare, ché poi, come tutto, passa: uno Stato che è sempre più lontano dal cittadino.
Ormai, l'unico insegnamento che se ne può trarre è che l'individualismo vince sempre.


Alex V



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