giovedì 29 novembre 2012

Deliri

Ehi ciao,
mi sa che è passato un mese e mezzo da quando ci siamo lasciati. La data precisa non me la ricordo e non la saprei dire. Forse ti avevo lasciato da prima di ufficializzarlo tra noi due. L'ho fatto senza cattiveria, scusami.[cazzata].
Quando ci siamo lasciati è stato tutto molto formale, molto garbato ed educato.
Da persone mature.
Adesso non mi sto comportando da persona matura, ma mica nei tuoi confronti. Nei miei. Non so se in realtà ho tutta questa voglia di uscire con ragazzi e cose simili. Una persona matura ammetterebbe di non sentirsi ancora pronta al lancio nel vuoto, che le parrebbe strano baciare un altro dopo tre anni e mezzo di te. Forse il mio è un metodo per non cedere alla tristezza di aver chiuso una parte importante della mia vita.
Certamente è un modo per non cedere alla rabbia che provo nei tuoi confronti.
Perché io con te sono arrabbiatissima. Per questi ultimi tre mesi estivi ho stretto i denti, lasciandomi umiliare da te. Perché ti amavo, perché eri in un periodo difficile (anche se la laurea se l'è presa un sacco di gente e senza smattare così), perché avevi bisogno di me. Ma le cose non stavano così. 
Per tre mesi non hai fatto altro che umiliarmi, farmi notare quanto fossi ingrassata e quanto tu per questo non mi desiderassi più E che lagna che mi consideravi, volevo stare sempre con te, tu volevi stare con i tuoi amici. Eppure quella che ha passato un inverno sotto psicofarmaci ero io. Ma te ne sei fregato.
In realtà l'intima decisione di lasciarti l'ho presa prima ancora che tornassi qui a Roma.
Il merito è di questo articolo. Si tratta del commento a due foto, ma quella che ci interessa è questa:
Nora Ephrom ed il marito. 
La frase che mi ha aperto u n mondo è stata questa:
La ragazza raccontò alla donna di un ragazzo con cui era uscita e con cui non aveva funzionato. Ephron rispose a Dunham che non era il momento di cercare un fidanzato: "È impossibile trovarlo ora. Quando ho incontrato Nick, ero già pienamente famigerata, e lui sapeva benissimo in cosa si andava a infilare. Non puoi trovare un compagno finché la tua trasformazione in ciò che stai diventando non è compiuta". Rimandiamo a un'altra volta l'analisi della delizia dell'utilizzo di "famigerata" in luogo di "famosa", e leggiamo quel che ci sta dicendo: perché con Carl non poteva durare, e con Nick sì. Non sposi una che scrive ricette per poi ritrovarti in casa un punto di riferimento del cinema e della narrativa. Non ti metti in casa una che faccia da badante al tuo ego per poi scoprire che ha un ego più ingombrante del tuo. Se lo fai, se fai quest'errore di valutazione, se lei ti inganna mascherandosi da moglie e poi invece rivelandosi per quell'altra cosa mostruosa partorita dalla modernità, quel genere di creatura che ha un marito ma anche un'identità, allora il minimo che tu possa fare è umiliarla sorridendo a un paparazzo mentre una tizia piacente ti si siede in braccio. 

Tu non mi hai tradita, ma di umiliazioni me ne hai inflitte tante.

Quando ci siamo innamorati io avevo solo 17 anni, tu ne avevi 21. Eri una persona matura, mi piaceva poter essere la tua piccola, essere la tua pupilla, nel senso etimologico del termine, ovvero il piccolo riflesso dei tuoi occhi. Quando un mondo così piccolo ha iniziato a starmi stretto tu hai pensato bene di fare il Berensten della situazione. Con quanto ne consegue.

Sono arrabbiatissima con te. Anche con me, perché sono stata anche io compiacente nel lasciarmi trattare da pezza vecchia per tre mesi. Ma verso di te provo questo rancore sordo che mi fa odiare qualunque cosa tu faccia o abbia fatto.
Ti odio perché ti stai ancora lamentando del fatto di avermi persa e condividi canzoni da stronzette tredicenne appena mollata dal fidanzatino. Fa eccezione Don't cry dei Guns'n Roses. Ma la canzone non giustifica i tuoi comportamenti.
Ti odio perché nonostante tutto non sei ancora riuscito a laurearti.
Ti odio perché per te avrei dato la vita, ma sei convinto che io sia una persona egoista.
Ti odio perché durante la rottura mi sono comportata come se fosse tutta colpa mia e non ti ho vomitato addosso tutto questo.

Non so che tipo di persona sto diventando. Qualunque sia il risultato hai avuto la tua parte, sia in positivo che in negativo.
Tutte le cattiverie che non ti ho detto, che mi sono limitata a pensare esistono, è inutile che ci rompiamo la testa o ci trinceriamo dietro false scuse. Si, di te penso cose cattivissime che non ti direi mai, perché ti conosco e so che ti distruggerebbero.

Non so se tu stia leggendo queste parole, dato che quando ci siamo lasciati hai solennemente promesso di non intrometterti in questo mio spazio. Il fatto che io dubiti delle tue promesse dovrebbe farti capire qualcosa.

A volte mi manchi, sappi anche questo. Non so però quanto sia vera nostalgia e quanto sia paura di rimanere sola.

                                Ciao Rufo.
                                                                                       Midori

1 commento:

  1. il lancio nel vuoto é difficile ed é giusto e importante prendersi tutto il tempo necessario. quando capirai che puoi farcela da sola, con le tue gambe, quando accetterai la tua solitudine anche se circondata da milioni di persone, quando ti renderai conto che cerchi la compagnia degli altri per il piacere di farlo e non per paura di restare da sola il sabato sera a a casa allora potrai lanciarti.
    e se i ragazzi imparassero a parlare dei problemi invece di lanciare messaggi comportandosi da stronzi forse il momento del lancio arriverebbe più velocemente.
    un abbraccio.

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