mercoledì 7 novembre 2012

Fermenti universitari

Un tempo ero una persona open minded e non avevo questi rigurgiti di acidità che ho adesso. Però a volte il mondo me le tira.

Tipo arrivare in università e scoprire che non c'è lezione perché hanno occupato l'aula, devono farci un'assemblea. E già lì il bestemmione lo tiri, perché a saperlo rimanevo a casa a fare l'involtino di plaid.Invece mi sono ivi trascinata. Ma grazie.
Sorvolando sulla scena del professore sessantottino che indignato si allontana (come se lui non le avesse fatte di queste cose), borbottando che doveva accettare la cattedra in America, noi si decide sul da farsi.  Spinte da un rigurgito di coscienza sociale decidiamo di assistere.

Ora, posto che non mi puoi venire a fare il rivoluzionario, tutto commercio equo e solidale, contro il consumismo, questa società delle banche, e poi cacciare l'I-phone per instagrammare il tutto.

Il problema grave era il tipo che avevano chiamato a parlare, un professore universitario che appena si è impadronito del microfono si è professato comunista. Ed ha cominciato a concionare sulla borghesia corrotta dello stato italiano, che ha reso l'università una cosa per pochi, d'élite  Che lui è preoccupato, capisce chi ha figli e non riesce ad arrivare a fine mese. Che le figlie sono disoccupate, poverine e che allora fanno master. Che sono tutti coglioni i politici di adesso e che è tutta colpa delle banche e che l'Europa non dovrebbe esistere. 
Yeah, down with the corpora...wait what?
Mi sono sentita sinceramente offesa da tutto questo.
Perché l'istruzione è un diritto, quindi che tu mi viene a fare l'assemblea impedendomi di seguire, già mi fa girare le palle ad elica. Che tu professore universitario mi parli di non arrivare a fine mese e che puoi permetterti di parcheggiare le tue figlie a fare master mi fa imbisciare ancora ed ancora. Che l'università è d'élite poi, guarda te lo raccomando. 
La verità è questa: l'università non è per tutti. Non tutti hanno la testa per studiare, ma l'università la vedono come un nobile parcheggio invece di andare a lavorare. I giovani italiani non saranno choosy nella scelta del lavoro (brutto scivolone ministra), ma sono molto pigri nello scegliere la loro strada. A che serve smazzarsi il culo a lavorare quando posso farmi mantenere dai miei mentre fingo di studiare? La cosa triste è che a fare questo ragionamento non sono solo i figli di papà, ma anche gente che sa perfettamente il peso economico ce comporta il mantenimento di uno o più figli all'università. Basta che quel professore mi dica che l'università è per pochi.

Facile fare i comunisti col culo degli altri.

                                                       Midori

2 commenti:

  1. Concordo in pieno su tutto quello che dici!
    A giurisprudenza cosa del genere accadono raramente. Una volta però sono andato a lettere (un'ora e mezza da casa a facoltà) perché avevo lezione di tedesco, solo per scoprire che l'edificio didattica era stato occupato. Vedevo gente dentro che beveva e fumava dentro canadesi colorate, chiedevo e nessuno mi sapeva dir nulla. Stavo per sclerare al primo malcapitato che passava.

    (l'immagine, nonostante sia un riassunto veritiero e tragicomico della situazione, mi fa spisciare!) ;)

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    1. guarda due anni fa era all'ordine del giorno, una rabbia. Odio quando fanno queste cose, perché che senso ha scioperare ed occupare per l'istruzione, IMPEDENDOMI di accedere alle lezioni?
      "Combattere per la pace è come fare l'amore per la verginità".
      Frasi applicabili a tante cose.

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