martedì 13 novembre 2012

Quella notte inglese


-Don’t leave my hand, Antoine.
-Stupid fat italian girl. It’s just a bit of dark. Here’s the torchlight from my phone.
La strada è deserta, ci sono due lampioni fulminati. Usciamo dall’ultimo cono di luce. Una volpe attraversa indisturbata.
-You sure this is the righr way?
-I’m sure. I do it every night.
Le case sono buie, solo da un bovindo si intravede una luce soffusa. Ci infiliamo in un sentiero tra due cortili. Qui il buio pesto è rotto solo dalla torcia sul cellulare di Antoine. Gli stringo ulteriormente la mano, ho paura del buio, di questo buio di notte inglese, di ritorno da Londra. Non ho idea di dove sono, l’unica possibilità che ho di arrivare a casa e non impazzire è rimanere attaccata alla mano di questo ragazzo che conosco da due settimane appena. Siamo in un sentiero tra un muro ed un campo da tennis recintato.
-We’re almost there.
E poi il sentiero finisce e siamo al parco, quello dietro casa. E non ho più paura.
C’è la luna, l’erba è illuminata da una luminosità azzurrina, che sembra avvolgere tutto, alberi, sentieri, noi che camminiamo, adesso ho lasciato la mano ad Antoine e sono un po’ imbarazzata per come l’ho stritolato prima.  Abbiamo attraversato il parco, siamo sulla strada di casa.
-Do you have any cigarette with you?
-I’ve got them up in my room.
-Cigarette under the moon light?
Antoine mi aspetta sul vialetto, mi infilo in casa il più silenziosamente possibile. La host non è molto contenta del continuo parlottare ed uscire e rientrare ad orari strani. Il cane mi ringhia contro dalla sua cuccette, prima di riconoscermi dall’odore. Salgo le scale e provo ad evitare i gradini che so scricchioleranno, entro in stanza. Devo frugare un po’ per recuperare le sigarette e l’accendino.
Uscire è più difficile, il cane mi si attacca e vorrebbe venire con me, ma lo scaccio. Sono di nuovo fuori. Antoine è lì che mi aspetta seduto sul muretto.
-In the park?
E così ci avviamo lungo la salita, di nuovo fino al parco.
Si è alzato un po’ di vento, le foglie degli alberi frusciano, tutto vibra un po’.
Ci stendiamo su una collinetta, la fronte al cielo, mentre ci accendiamo le sigarette.
Tutti viba e tintinna insieme al vento, mentre le stelle sono così tante e luminose a trapuntare il cielo. E ci siamo solo io e questo ragazzo, in questa pozza di luce lunare, e sembriamo un po’ azzurrini e fuori dal mondo. Questo cielo inglese non perdona, come se fossero tanti piccoli uncini, le stelle arpionano e portano alla superficie della pelle tutti i più bei ricordi, le più belle sensazioni e tutte le malinconie. Potrei rimanere qui tutta la notte, o la vita, accanto a questo amico francese, mentre rimaniamo immobili ed il muschio comincia a crescerci addosso e si susseguono le stagioni, gli anni, fino a quando non saremo completamente assorbiti da questo suolo e questa notte inglese.
-I’m glad I’m alive, fat italian girl.
-Me too.
-I’m glad I’ve got my girlfriend at home, I’m happy of being here, I’m… Je suis heureux.
-Sono felice.
E la ragazza che doveva ancora diventare Midori, sorrise.

7 commenti:

  1. Brividi di una notte inglese vissuta un po' di anni or sono e molto simile alla tua. Grazie di averne "arpionato" (per restare in tema) il ricordo... ;)

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    1. l'incontro tra blogger è proposto anche a te lucius, non appena torni a Roma :)

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  2. Fat Italian girl? Dillo di nuovo e vedi come ti faccio "heureux" io.

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    1. Stima Raffy, sei entrato nel mio Pantheon. No vabbè, comunque ero molto chubby quell'estate, a furia di patate e garlic bread. Ma come lo vedi un incontro tra blogger quando scendo per natale?

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    2. *_____* Ma mi fai hereux così tu! Dimmi dove e quando e sono lì, con un fiore all'occhiello come segno distintivo!

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    3. omammachebello!!!!! Ti farò sapere il prima possibile via mail :)

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    4. L'aspetterò con trepidazione *___*

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