lunedì 29 aprile 2013

Il mondo sottosopra

Una volta un tipo mi ha detto che di fronte a una porta chiusa, prima si bussa, poi si bussa di nuovo, ma alla terza volta si entra,perché tanto nessuno ci dirà "avanti".
Nella fattispecie, si riferiva alla vita da studente di medicina, ma penso che si possa estendere un po' a tutti i campi; comunque, per medicina, funziona.
Anche quando dicono "Oggi non ce la facciamo a farvi visitare i pazienti, abbiamo un po' da fare, quindi scegliete: o tornate un'altra volta, o non tornate, oppure fate un po' vita di reparto vera: guardate quello che facciamo noi", scegli sempre di rimanere, e di rompere i coglioni. Male non te ne può venire: alla fine qualcosa da vedere si trova sempre, e c'è comunque da imparare, ché tra teoria e pratica c'è sempre un abisso.
E domandare, ché da studenti non c'è niente da perdere.

Tanto la figura di merda è dietro l'angolo comunque, perché che vogliamo saperne noi, alla fine della fiera?

Quindi la mia politica di tirocinante è spaccare i coglioni assillare il tutor. Che di solito è un povero specializzando che in quel momento, lo so, vorrebbe essere a compilare le cartelle piuttosto che sobbarcarsi di un gruppo di poppanti come noi. Invece no. Poi non è vero, eh, la maggior parte degli specializzandi sono simpatici e disponibili. 

Comunque la nuda e cruda realtà dei fatti di cui devo prendere atto è questa:

gli specializzandi nel grande ciclo della vita dell'ospedale sono gli "schiavi", e noi, studenti innocenti, dunque, ANELIAMO a essere al posto loro. Perché un giorno saremo noi al loro posto. E tutto si ripete. 

Quindi NIENTE PANICO e passatemi il fonendo.

Come diceva quel tale: No pain, no gain.

Alex V

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