mercoledì 29 maggio 2013

Like a Sheldon

AlexV fa la socialitè e mangia ostriche in centro, io invece mi consumo.
Lunedì ho gli ultimi due esami della triennale. E fin qui tutto bene.
Da ieri sono bloccata a letto, alternando una simpatica emicrania a febbre alta. Ma alta veramente.

Stanotte penso sia stato il peggio.
Inutile dire che ero settata in modalità ripetizione-ad-ogni-costo. Così non è stata una notte comune. Man mano che la febbre saliva, nonostante le vagonate di medicine prese, eco che mi trasfiguravo in Don Rodrigo, la notte in cui viene colpito dalla peste. E allora via a recitare il sogno, solo che al posto di un simpatico bubbone, rischio un'altrettanto simpatica otite. Alle ore 3.35 di notte la febbre ha toccato i 38.8, che per una che ha la temperatura corporea di 35.5 in media, beh, è alto. 
La cosa brutta della febbre è quel mezzo delirio che impedisce di essere lucidi. Perché io ieri sapevo che chiamare mutti,baba o nonna p non li avrebbe fatti comparire magicamente al mio capezzale, eppure io sono convinta di averli chiamati urlando e piangendo. Cosa che in realtà non è avvenuta, dato che AlexV ed Amando hanno continuato a dormire tranquilli. Ed io mi dibattevo nel letto, aspettando un orario decente per pigolare alla ricerca di aiuto dai coinquilini(di questo periodo il sonno è sacro, non posso disturbarli, già mi stanno facendo da balia). Mi dibattevo e speravo veramente comparisse Mutti al mio capezzale, o nonna p a reggermi la testa mentre ero inginocchiata vicino al water.
Hai ventun'anni, direte voi, figlia mia, fai pace con il cervello e renditi conto che  non puoi avere sempre mammina e papino che ti cantano Soft kitty, warm kitty, lo so, lo so bene. 
Il problema è che da questo punto di vista io sono molto viziata. Crescere con la nonna in casa alza automaticamente tutte le aspettative nei confronti di coccole e malanni vari. Ancora oggi, quando sto male a casa, nel dormiveglia, il pomeriggio, apro gli occhi e trovo nonna p appollaiata sullo sgabellino accanto al mio letto. Mi guarda dormire e se ho la febbre mi mette la mano fresca sulla fronte.

Sono queste piccole cose che mi mancano.
Anche mentre sto qui, con un cerchione alla testa a ripetere per l'esame, ogni tanto penso che mi mancano. 
Poi la febbre mi si abbassa e devo fare la forte, la ragazza cresciuta.
Io lo faccio per carità, però ogni tanto è bello pensare a loro.

                                                                                     Midori

5 commenti:

  1. mamma mia mi dispiace che per un'otite stai così male :( poi a pochi giorni da gli ultimi esami! Guarisci presto Midori che tra qualche mese è tutto finito! :D

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    1. si, la luce alla fine del tunnel *.* (che, vista la fortuna che ho ultimamente, certamente sarà un treno ad alta velocità)

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    2. beh l'importante è non prenderlo in faccia :D Male che vada munisciti di corno rosso anti-sfiga!

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  2. La difficoltà nell'essere lontani da casa si vede anche da questi piccoli avvenimenti, pochi gesti, alcune "aspettative" a cui uno alla fin fine si abitua. Ma sono sicuro che nonna p e mutti e baba sono sempre col pensiero rivolto alla loro midori. ;) In bocca al lupo per gli esami (odio profondamente questa sessione)!

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