giovedì 4 luglio 2013

Andata e ritorno

Valeva la pena di tornare a casa, questa volta, anche solo per la notte bianca e i fuochi al castello e la maglietta fatta dalla mia amica con la scritta:
IL CONGIUNTIVO E' 
SEXY 
(figuriamoci la consecutio!)
Per rivedere gli amici senza fare troppo tardi la sera, che c'è ancora sessione (tranne per quella secchiona artista della Orange, che ha preso tutti 30 e un 30 e lode, e ha detto che mi regala i disegni di anatomia grafica *__*), ma bersi comunque un sorso di estate, che sa di mare, di sole e di vodka lemon molto vodka poco lemon.
Per la prima volta dopo mai prima d'ora ci siamo ritrovate tutte e 5 occupate e contente, ché non è mica cosa da poco, prima c'era sempre una single o con un problema di coppia. Dici niente.
C'è mio fratello, uccel di bosco, che si lamenta che quando va a ballare (in una discoteca sulla spiaggia che è più una balera ed è a 5 minuti a piedi da casa) poi deve rientrare a mezzanotte e mezza: caro Duccio, io alla tua età a ballare non ci potevo andare, e avevo lo stesso orario di rientro.
Che sforavo matematicamente sempre (non so neanche come o perché), con ritorsioni minime. Ti senti abbastanza forte da sfidare il potere?

Linea diretta con Roma e la sessione del MioUomo: si impone il ritorno, per non lasciarlo solo con i suoi dolori e le sue fisime, ché per telefono sembra un fiorellino senz'acqua.

Adesso, fatemi capire: perché torno sempre con il diretto, e stavolta mi devo fare due cambi di treno per arrivare a Firenze prima di Roma? Questa cosa non ha senso! E' una follia! Com'è possibile che nessuno se ne sia accorto prima? Con nessun vantaggio in termini di tempo di arrivo? IDIOZIA MI HAI PORTATO VIA. E' l'unica spiegazione coerente, il resto non conta.
Così mi ritrovo con un libro di anatomia patologica in valigia su un regionale, ipod scarico e computer batteria a 0, a guardare fuori dal finestrino aspettando di scendere al volo e poi di corsa per le scale per non perdere la coincidenza.
Avventura, mi dicono.
Avventura un par di palle.
Ho un libro, ma non mi azzardo a leggerlo mi dovessi sentir male (non sono proprio nella condizione). E allora niente, facciamoci 'sto viaggio molto vecchio stile, su un regionale senza musica e senza tecnologia e vediamo che ne viene fuori. 
Via, non male, ormai il treno è un'abitudine.
Alla fine scopro pure che il biglietto della freccia è per la prima classe...

Ma è uno sballo!

Ci sono piccolezze inaspettate che migliorano la visione delle cose...che poi, chissà perché ho il biglietto in prima classe...quando si dice "sviste gradite"...

Alex V

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